DIMAGRIRE MANGIANDO: è possibile?
Luca, 38 anni, imprenditore è venuto da noi con una richiesta: “Voglio dimagrire mangiando, è possibile?”
Certo! Scopriamo come è stato possibile…
Il percorso di Luca è sempre in continua evoluzione, nonostante la sua “stazza” di partenza ha sempre portato tutto a termine nel migliore dei modi.
In questi ultimi anni, particolari e impegnativi per chiunque sotto il profilo mentale e gestionale, Luca, nonostante le ripetute chiusure/riaperture delle palestre, non ha mai mollato.
PRIMA FASE: DIMAGRIMENTO
Inizialmente è stata effettuata una attenta analisi, biomeccanica e metabolica.
Il primo blocco di lavoro è stato strutturato sull’apprendimento motorio in assenza di sovraccarico, per poi essere traslato al solo sovraccarico.
La mancata capacità coordinativa di Luca, lo ha portato ad avere delle difficoltà soprattutto nella parte dell’upper.
Nel lower, con i giusti accorgimenti, è stato sistemato tutto in pochissimo tempo.
I blocchi allenanti, si sono incentrati sul miglioramento degli squilibri muscolari che presentava a livello dorsale e addominale.
Sembra scontato, ma avere una buona corazza, porta il corpo ad assumere posture compensatorie importanti.
Una volta abbattuto il peso e migliorato la postura, abbiamo ripreso a lavorare con determinati lavori specifici.
La chiusura delle palestre non ci ha fermato.
Avevamo a disposizione un bilanciere, 200kg di dischi e due manubri componibili.
La programmazione si incentrò necessariamente su una lavoro neurale, con stimoli meccanici importanti.
Per quanto riguarda l’alimentazione, Luca non mangiava una mole calorica esagerata nonostante la sua stazza.
Semplicemente non aveva una educazione alimentare ed una consapevolezza nell’usare bene le fonti primarie.
Ora con il percorso che sta facendo, è riuscito a dimagrire mangiando ciò che realmente vuole in base ai suoi gusti personali, senza grandi limitazioni, scegliendo lui stesso cosa mangiare.
I principali aspetti che sono stati sistemati sono:
orari non regolari
- alimenti poveri di nutrienti e micronutirenti e la loro bassa qualità
- alcol
- dispendio calorico giornaliero molto basso
Abbiamo così iniziato ad utilizzare una long REVERSE, susseguita spesso da fasi di BREAK DIET che coincidevano con un aumento del volume allenante.
Ovviamente in base anche ai feedback di Luca.
Il lavoro è stato impostato su 3 giorni:
Push Pull Upper, dalle 18-20 serie per seduta, rep range di 3-6 sugli esercizi fondamentali.
Sullla Military Press abbiamo preferito un volume maggiore, mentre negli esercizi a stimolo meccanico il rep range si aggirava sempre intorno all 8-15 reps, ricercando il cedimento.
La seduta di upper via via nel tempo è stata shiftata ad uno stimolo più metabolico.
La densità delle serie allenanti veniva svolto in minor tempo, sempre più basso via via nei mesi, questo per migliorare la capacità di sensibilizzazione insulinica inserendo in quella giornata un aumento delle kcal.
Essendo stato in forte sovrappeso Luca, non aveva un ottimo rapporto con l’insulina.
Solitamente, infatti, tali soggetti hanno una scorta adipocitaria più alta ed un’affinità maggiore ai lipidi. Questa capacità ossidativa non è una cosa errata o dannosa, ma nel suo caso il divario tra CHO e FAT era davvero troppo ampio.
Essendo i carboidrati il primo substrato energetico impiegato per l’attività, è necessario portare il soggetto ad essere in grado di tollerare delle quote basiche (almeno 4g x kg di massa magra).
Una volta riaperte le palestre e tornato in Studio, ci siamo trovati con 6,5 kg in meno, e considerando che nella fase pre chiusura aveva già perso altri 7 kg, ci troviamo a questo punto con un totale di 13,5 kg in meno.
SECONDA FASE: BODY RECOMPOSITION
DEFICIT (Cut) e VARIAZIONE DELLO STIMOLO ALLENANTE
Superata questa fase, abbiamo continuato con la prima FASE DI TAGLIO, pertanto anche l’allenamento ha subito molte modifiche.
Gli stimoli vennero modulati in base agli stress quotidiani lavorativi e in funzione sempre dei feedback che Luca riferiva.
Avvertendo una stanchezza cronica molto forte, si optò per un buon calo del volume allenante, scaricando il lavoro neurale (movimento centrico) in modo da dar respiro a tutto l’apparato tendineo muscolare.
Il lavoro fu centrato su stimoli neurali, meccanici e metabolici.
I lavori meccanici venivano eseguiti con movimenti semplici e/o varianti di fondamentali con un carico interno (effort) altissimo, cercavamo in poco volume di avere un’attivazione selettiva dannatamente alta.
Affrontando una fase di CUT CALORICO, anche lo stimolo metabolico è stato diminuito perché più le calorie scendevano (nonostante l’effetto di svuotamento muscolare fosse inevitabile) il muscolo diventava più granitico come volevamo.
Riducendo lo stimolo metabolico, aumentando i tempi di recupero e concentrandoci sul mantenimento dei carichi in tutti gli esercizi ci fu una bella svolta sulla qualità di distretti come spalle, dorso e addome.
In tutto ciò Luca arrivò nella sua top condition ad un peso di 76,3 kg – contro un peso di partenza di 107,5 kg.
La mole calorica più alta toccata con la REVERSE DIET fu 2700 kCal circa mentre la più bassa è stata di circa 1780 kcal quando vennero ciclicizzate tra CHO e FAT, con 2000 di media settimanale.
Luca è stato un soldato, con l’obiettivo che tutti dovrebbero avere… la SALUTE.
L’estremismo può essere utilizzato in acuto, ma prima bisogna migliorare il proprio stato di fitness, con una consapevolezza in allenamento e a tavola.
Usando costanza, impegno e pazienza, si possano creare le basi per una vera e propria routine quotidiana che diventi un vero e proprio stile di vita sano.
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